CLEOPATRA L'ULTIMA REGINA DELL'EGITTO
CLEOPATRA
L'ULTIMA REGINA DELL'EGITTO
di Stefania Sofra
Nata nel 69 a.C. ad Alessandria, Cleopatra fu l’ultima regina della dinastia tolemaica, la settima e la più celebre delle regine che portarono questo nome, entrata così prepotentemente nella storia per l’ambizione ed il fascino che la caratterizzarono, una donna carismatica, ricordata da molti con parole di ammirazione per la sua audacia, la grande cultura e la fervida intelligenza, e da altri in modi più spregevoli come una donna immorale e perfida.
Plutarco scrive: “aveva una voce dolcissima simile ad uno strumento musicale con molteplici corde in qualunque idioma volesse esprimersi”; e aggiunge “era piccola, esile e spregiudicata”.
Dione Cassio scrive “era splendida da vedere e da udire, capace di conquistare i cuori più restii all’amore, persino quelli che l’età aveva raffreddato”.
Cicerone narra invece che il giudizio dei Romani non era affatto benevolo e Dante la descrive così nell’infernale girone dei lussuriosi: “era rapace, crudele e lasciva". Shakespeare la demonizza “il serpente del Nilo”.
Ma chi era in realtà Cleopatra, questa donna amata e odiata, con un’educazione poliglotta ed una cultura cosmopolita, dotata di una forte personalità e tanto orgogliosa al punto da suicidarsi anziché essere umiliata davanti a Roma?
Il suo nome segnò destini infelici: le sei regine che la precedettero infatti furono segnate da eventi tragici fino a lei, Cleopatra VII, morta suicida. Una donna che con l’amore cercò di creare un immenso potente Impero: conquistò due romani, Cesare e Antonio, coloro che realizzarono la trasformazione della repubblica romana in Impero, ma si uccise a causa di un terzo, Ottaviano, colui che pose fine all’Impero egizio. Da abile statista, Cleopatra, ambiziosa e coraggiosa, tentò di far sopravvivere un impero ormai finito, l’Egitto, di fronte alla nuova potenza del Mediterraneo, Roma.
Figlia di Tolomeo XII Aulete e probabilmente di una sua sorella, Cleopatra V, Cleopatra fu l’ultima erede al trono dei Tolomei, una dinastia greco-macedone sul trono d’Egitto dalla conquista di Alessandro Magno e destinata a regnare fino al 31 a.C., quando l’Egitto venne annesso all’Impero romano. La dinastia tolemaica, sintesi della civiltà faraonica
e della cultura greca, nel III secolo a.C. regnava su un Egitto ricco e potente, ma in seguito venne turbato da crisi economiche e sociali ed a minacciarne la grandezza fu l’Impero romano, al quale già Tolomeo XII, il padre di Cleopatra, pagava un tributo. Dunque la sopravvivenza dell’Egitto era ora legata a Roma e alle sue lotte politiche interne.
Nel 51 a.C. quando Tolomeo XII morì, Cleopatra, diciottenne, salì al trono sposando, secondo la tradizione lagide, il fratello Tolomeo XIII, e anche lei, come tutti i Tolomei al trono, ebbe un soprannome: le fu scelto “filopator” cioè “che ama il padre”.
Ben presto la sua abilità di statista e la sua sete di potere si
scontrarono con il fratello-sposo, mentre sull’altra sponda del
Mediterraneo si combatteva la guerra tra i partigiani popolari di Cesare ed i repubblicani di Pompeo, che si concluse con la vittoria di Cesare a Farsalo nel 48 a.C. Al tempo coesistevano due civiltà, due Imperi desiderosi di espandersi e dominare: l’Oriente e l’Occidente, Alessandria e Roma; e Cleopatra seguì sin dall’inizio una politica favorevole a Roma, che già esercitava una sorte di protettorato sull’Egitto.
Usò le sue armi femminili, la bellezza e l’irresistibile fascino, per accattivarsi l’appoggio di Cesare: ne divenne l’amante e nel 47 a.C. gli diede un figlio: Cesarione.
La sua intraprendenza non aveva limiti: per conoscere Cesare ed entrare quindi nella sua reggia senza essere vista, Cleopatra si fece arrotolare in un tappeto che il suo amico e complice, Apollodoro Siculo, portava sulle spalle (il che suggerisce che fosse molto minuta); una volta al cospetto dell’imperatore gli si presentò e già questo stratagemma da donna impavida e coraggiosa piacque a Cesare che se ne innamorò. Nella rivalità tra Cleopatra e Tolomeo XIII per il trono dell’Egitto, Cesare restituì il potere a Cleopatra, e questo fece scoppiare una guerra tra Cesare e Tolomeo XIII nella quale Tolomeo XIII morì, annegando nel Nilo.
Con questa battaglia combattuta soprattutto per aiutare Cleopatra, Cesare divenne padrone dell’Egitto, ma lo cedette a Cleopatra, alla quale spettava come legittima erede, associandole il fratello minore Tolomeo XIV, che le divenne sposo, come voleva la tradizione.
I destini di Cleopatra e Cesare e dei due grandi Imperi si erano ormai uniti.
Nel 46 a.C. Cleopatra, giovanissima, giunse a Roma, ufficialmente come regina dell’Egitto per negoziare un’alleanza tra Roma ed Egitto, e andò a vivere con Cesare in una villa agli orti di Trastevere, assieme al figlio Cesarione. Subito divenne la protagonista dei salotti romani in una società dedita al lusso ed ai piaceri mondani: conobbe diverse personalità dell’epoca, tra cui Cicerone, e dettò moda tra le matrone romane (fu lei ad inventare la pettinatura “a chignon”) che la invidiavano ed imitavano.
Ma la società romana dell’epoca era puritana e per questo si scandalizzò del suo atteggiamento anticonformista e gridò allo scandalo.
Cleopatra cominciò sempre di più ad avere sogni di gloria: voleva che il suo Impero fosse il più potente e sperava nell’aiuto di Cesare per stabilire un’alleanza fra Alessandria e Roma. Ma appena due anni dopo, nel 44 a.C., Cesare venne assassinato da Bruto e Cassio, e Cleopatra decise di tornare ad Alessandria, lasciando però a Roma un forte segno: la
diffusione dei costumi orientali e l’influsso della scienza e della religione egizia.
Cesare aveva fatto erigere una statua d’oro nel tempio di Venere Genitrice, sulla via Sacra, in occasione della inaugurazione del foro Giulio, che raffigurava Cleopatra nell’atteggiamento della dea Iside, per segnare l’importanza della presenza di Cleopatra a Roma, ma probabilmente
anche per ufficializzare la loro unione, ed in effetti il legame tra Cleopatra e Roma non era ancora spezzato. Ancora più forte divenne a Roma la diffusione dei culti e divinità egiziane, una moda egittizzante che, sorta già un secolo prima, coinvolse diversi aspetti della realtà, e vennero addirittura costruiti templi dedicati ad Iside e Serapide. Per motivi politici e commerciali già tra il III e II secolo a.C. Roma e l’Egitto avevano stretti contatti e questo aveva favorito l’influenza
degli usi e costumi orientali. Dunque non fu Cleopatra ad introdurre il mondo faraonico a Roma, ma certamente ne favorì una maggiore diffusione.
Dopo la morte di Cesare, Cleopatra non abbandonò il suo sogno: conquistò Marco Antonio, diventato il governatore dell’Oriente, proseguitore dunque del progetto orientale di Cesare, ma seppe aspettare l’incontro, per rendersi ancor più desiderata, fino al 41 a.C. quando a Tarso Cleopatra si
presentò, racconta Plutarco, “su un vascello dalla poppa d’oro con le vele di porpora spiegate al vento. I rematori vogavano contro corrente con remi d’argento al suono di un flauto accompagnato da zampogne e liuti. Essa era
sdraiata sotto un baldacchino trapunto d’oro”. Scoppiò l’amore, ma Antonio dovette tornare a Roma, dove sposò Ottavia, e per alcuni anni non si videro; intanto Cleopatra aveva dato alla luce due gemelli avuti da Antonio e alcuni anni dopo si sposarono. Nel 34 a.C. ad Alessandria, Cleopatra ed Antonio si presentarono nei panni di Iside ed Osiride, accarezzando trionfanti il sogno di un grande impero.
Antonio si era insediato in Oriente ed Ottaviano in occidente: Cleopatra era riuscita a mantenere l’indipendenza dell’Egitto e ad ottenere da Antonio nuovi territori romani: la costa fenicia, la Celesiria, Cipro e parte della Cilicia. Ma Ottaviano non perdonò questo tradimento di Antonio a Roma e dichiarò guerra a tutto l’Oriente che si opponeva all’Impero Romano, tra cui l’Egitto.
La battaglia si combatté ad Azio il 1° settembre del 31 a.C. e vide schierarsi da una parte Ottaviano, che non rinunciava al suo proposito di annettere l’Egitto a Roma, dall’altra la coppia Antonio e Cleopatra, desiderosi invece di rendere forte ed indipendente l’Egitto. Quando era ormai evidente la vittoria di Ottaviano, Cleopatra, anziché accorrere in aiuto, fuggì con la sua flotta e Antonio, anziché resistere, la seguì in
Egitto. Spinto ed ingannato dalla sua amata, Antonio si suicidò spirando tra le braccia di Cleopatra, la quale sperava ancora di vedere realizzati i suoi ambiziosi progetti.
E come da copione, Cleopatra cercò di sedurre l’ultimo romano che poteva aiutarla a realizzare il suo sogno: Ottaviano, il quale però, più forte ed ambizioso della regina tolemaica, seppe desistere dal tentativo di seduzione e la fece prigioniera. Solo allora, sconfitta e sola, davanti alla fermezza di Ottaviano, Cleopatra perse la speranza di un Egitto indipendente e per non subire umiliazioni, preferì morire da regina d’Egitto, l’ultima regina che nessuno avrebbe mai potuto esibire in trionfo. Seducente e sensuale fino alla fine, per morire scelse un’aspide, simbolo del peccato, e divenne subito leggenda: era il 30 a.C., Cleopatra aveva 39 anni.
Un finale tragico che però la consegnò al mito. La sua morte segnò anche la fine dell’indipendenza dell’Egitto, l’atto conclusivo di 3000 anni di storia, prima che venisse annesso all’Impero Romano d’Oriente. Ottaviano, nei 44 anni che regnò dopo la sua morte, per vendetta operò una “damnatio
memoriae”, distruggendo le immagini più belle di Cleopatra e dando così l’impressione che la regina fosse esteticamente brutta.
Questa è la storia di Cleopatra, la cronaca della sua breve intensa vita, ma cerchiamo di vedere aldilà, di capire il carattere di questa donna, di discernere la realtà dalle accuse e falsità create da Ottaviano intorno alla sua figura.
Cleopatra fu accusata di essere stata di facili costumi e senza scrupoli, simbolo del lusso e della corruzione, ma spesso la disinformazione ha creato falsi miti negativi. Le epoche successive la definiscono una “femme fatale”, calcolatrice, amante del lusso esotico e manipolatrice di uomini, ma in realtà i suoi amori conosciuti furono solo due, Cesare e Antonio, che amò profondamente, e seppure altri avrà amato, ciò non la rende peggiore delle matrone romane del suo tempo.
Dapprima fu la Roma dei salotti, che temeva e invidiava il coraggio di questa donna, a scatenare contro di lei maldicenze; in seguito fu la pessima propaganda che ne fece Ottaviano a tramandarne l’immagine di donna brutta: solo con un paziente studio della ritrattistica sparsa in varie collezioni è stato possibile identificare il volto di Cleopatra,
escludendo i ritratti peggiori che provengono soprattutto dalle
raffigurazioni sulle monete. Ma Cleopatra era davvero bella?
Dalle statue che la raffigurano mostra un volto ovale, grandi occhi e una bella bocca con le labbra rivolte leggermente in giù, una bellezza dal profilo greco segnato da un naso aquilino che le conferiva autorevolezza.
Certamente il suo carisma e la sua intelligenza affascinavano più della bellezza pura. Era una donna elegante, si vestiva sia alla maniera greca che egiziana, imponendo uno stile nei salotti romani che frequentò nel suo soggiorno nella capitale romana.
La caratteristica iconografica di Cleopatra erano i tre urei sul copricapo (i serpenti tipici della regalità faraonica), un’antica usanza dei faraoni egiziani che portavano un solo ureo sulla corona, simbolo del potere
sull’Alto ed il Basso Egitto; due urei vennero adottati nella XXV dinastia, nubiana, mai se ne era visto un terzo. Probabilmente Cleopatra li copiò dai ritratti di Arsinoe II, amata regina in Egitto nel 270 a.C. circa, per l’antica simbologia di rappresentare il proprio potere sull’intero Egitto, aggiungendo un terzo ureo per rappresentare i paesi
che ricevette da Cesare e da Antonio.
Cleopatra era anche una donna molto colta ed intelligente: conosceva sette lingue e, unica tra i Tolomei, sapeva esprimersi nell’idioma locale degli egiziani. In politica ambiva a rendere indipendente il suo paese di cui era regina, l’Egitto, e per questo sogno si alleò con l’Impero di Roma e sfruttò le sue armi di seduzione con i più grandi uomini romani dell’epoca, riuscendo ad incrociare il destino dell’Egitto con quello di Roma.
Dunque un abile politica, appassionata amante, madre affettuosa di tre figli, ma anche una donna sola che, senza l’appoggio costante di un marito, osava sfidare il potere degli uomini.
Ma di lei sappiamo ancora altro, grazie alle più recenti scoperte.
Il 9 ottobre 2000 Peter Van Minten, professore dell’università di Leida, in Germania, ha scoperto in un archivio del museo di Berlino un papiro che reca la “firma di Cleopatra”, un documento straordinario scritto in greco antico in cui si legge “genesto” traducibile in italiano “così sia”.
Infatti nell’antico Egitto i re non firmavano con il loro nome, ma con l’ordine di eseguire ciò che riportavano i documenti, scritto di proprio pugno. Poiché questo documento sul quale è scritto “genesto” è egizio ed è databile al 33 a.C., anno in cui regnava Cleopatra, questa scritta viene attribuita alla regina stessa, ed è quindi la sua firma. La scoperta è stata fatta studiando un papiro estratto dal sarcofago dimenticato nel
deposito del museo di Berlino, in cui è scritto l’ordine di aiutare economicamente un generale romano, Canidio, donandogli circa 10 mila sacchi di grano.
Si tratta dell’unico documento esistente con la firma di Cleopatra che dimostra inoltre che la regina tentò di corrompere il generale romano Canidio per averlo come valido aiuto nella guerra contro Ottaviano, il quale però nel 31 a.C., cioè due anni dopo questo documento, sconfisse
Cleopatra e Marco Antonio ad Azio.
Per “rivivere” la vita di Cleopatra non resta che visitare la mostra “Cleopatra, regina d’Egitto” esposta a Roma a Palazzo Ruspoli fino al 25 febbraio 2001, nella quale è illustrata la vita di questa regina attraverso 350 reperti archeologici provenienti dai più importanti musei del mondo: statue, gioielli, cammei, monete, ritratti ed affreschi.
Per la prima volta sono esposte anche alcune statue di Cleopatra che si credevano perdute, in cui la regina è raffigurata in veste di Iside, quindi in stile faraonico, ed in veste greca. Ed è proprio questa doppia chiave di lettura che consente di interpretare la fisionomia di Cleopatra, a lungo penalizzata. L’itinerario inizia proprio da Alessandria, la più
importante città greca, capitale del regno egizio, regina del
Mediterraneo, dove nacque Cleopatra, per passare subito dopo nella sala dove sono le immagini dei Tolomei, con le loro mogli i cui nomi variano tra Arsinoe, Cleopatra e Berenice, fino ad arrivare a Cleopatra VII, l’ultima regina dell’Egitto.
Nella quarta sezione è documentata la storia d’amore di Cleopatra e Cesare, il figlio Cesarione ed i loro progetti politici, e poi ancora l’amore corrisposto per Antonio e quello non corrisposto per Ottaviano, fino alla battaglia di Azio, che pose fine ai loro sogni.
E infine una carrellata dei più svariati esempi relativi alla moda egittizzante a Roma: templi dedicati ad Iside e Serapide, statue, rilievi, obelischi, pitture di paesaggi nilotici, ritratti, mosaici e tombe: tutto ciò abbelliva le ville dei privati romani, Roma ma anche Pompei.
Certamente il fascino di Cleopatra, l’ultima regina Tolemaica dell’Egitto, conquistò il mondo, che ancora oggi, duemila anni dopo la sua morte, la ricorda affascinante e splendida come una dea.